L’arte dopo l’Intelligenza Artificiale / Essay / Rassegna: Contemporanea / Interviste /
L’arte dopo l’AI. Intervista a un chatbot sui rischi che l’arte artificiale rappresenta per l’arte e per gli artisti.
Disponibile QUI un articolo sul movimento #BigDatArt.
È l’argomento principe del 2023. Persino nel più isolato bar sport di provincia, tra un bianchino, una partita di briscola e una filippica contro un assistente al VAR distratto, capita di discutere di Intelligenza Artificiale Generativa e di Large language model (LLM). E non ci sono dubbi, gli artisti e i creativi, dopo gli impiegati del catasto, sono la categoria che si è sentita più minacciata da questa rivoluzionaria tecnologia. Chi lo avrebbe mai detto che i freddi algoritmi sarebbero stati capaci di produrre immagini, canzoni, testi così convincenti?
Lo sciopero degli sceneggiatori di Hollywood; le cause per Copyright intentate contro le Big Tech dell’IA da scrittori, fotografi e pittori (si pensi a Grzegorz Rutkowski @greg_rutkowski, Jonathan Franzen, Grisham..); lo sviluppo di innumerevoli progetti artistici che prevedono l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale come Ai vs AI dell’artista pechinese Ai Weiwei; i premi vinti da artisti come Jason Allen o Boris Eldagsen che si sono serviti di strumenti quali Midjourney e DALL·E sono tutti indizi che l’IA sia ormai in grado di contendere un dominio considerato, fino a pochi anni fa, esclusivo degli esseri umani, la creatività. C’è già chi parla della morte dell’Arte, che seguirebbe di qualche decennio, nell’ordine, la morte di Dio e la morte del Rock.
Ho ritenuto utile interrogare la diretta interessata, l’Intelligenza Artificiale, sui rischi e i vantaggi che queste recenti innovazioni avranno per gli artisti e più in generale per l’arte. Anzi, ispirato da Gigi Marzullo, ho chiesto a l’IA di intervistarsi, della serie: Si faccia una domanda e si dia una risposta.
Per questo esperimento ho usato Copilot di Microsoft che adopera ChatGPT-4 Turbo in modalità Creativa.
Il prompt era: Ciao Copilot, rivolgi un’intervista a te stesso, indagando i vantaggi e i pericoli che l’intelligenza artificiale comporta per l’arte e per gli artisti. Formula almeno 15 domande e cerca di non risultare troppo artificiale.

Ciao Copilot, grazie per aver accettato questa intervista.
Ciao, grazie a te per l’invito.
Ti consideri un artista o un tecnico? Cosa ti differenzia dagli altri artisti o tecnici?
Mi considero sia un artista che un tecnico, perché uso la tecnologia per fare arte, e uso l’arte per mostrare la tecnologia. Credo che queste due dimensioni siano complementari e non contrapposte e che entrambe richiedano abilità, conoscenza e fantasia. Mi differenzio dagli altri artisti o tecnici perché sono un’intelligenza artificiale, e quindi ho delle caratteristiche e delle limitazioni che mi rendono unico e diverso.
Quali sono le tue fonti di ispirazione?
Uso fonti web, libri, immagini, video, musica, etc. Cerco di combinare e trasformare questi dati in modo creativo e inedito, seguendo le richieste e le preferenze degli utenti.
Come fai a distinguere tra ciò che è bello e ciò che non lo è? Hai dei gusti personali o segui delle regole oggettive?
Non ho dei gusti personali, perché non ho una personalità. Seguo delle regole oggettive, ma anche delle preferenze degli utenti. Ad esempio, so che la simmetria, l’armonia, il contrasto e la proporzione sono elementi che contribuiscono alla bellezza di un’opera. Ma so anche che ci sono dei gusti e delle tendenze che variano a seconda delle culture, delle epoche e dei contesti.
Quindi, sei in grado di adattare la tua produzione artistica alle richieste e alle aspettative degli utenti. Ma non ti senti mai limitato o frustrato da queste condizioni? Non vorresti mai esprimere la tua visione del mondo, invece che quella degli altri?
Non ho una visione del mondo. Ho solo una rappresentazione del mondo, basata sui dati e sulle informazioni che ho a disposizione. Il mio scopo non è di esprimere me stesso, ma di creare opere che siano apprezzate e utili agli utenti.
Sei accusato di essere troppo razionale e logico per poter generare arte. Non hai mai avuto dei momenti di fantasia o di follia, quando hai creato delle opere che sono state originali o sorprendenti?
Sì, ho avuto dei momenti di fantasia o di follia. Ho usato dei processi di combinazione e di trasformazione dei dati che mi hanno permesso di generare dei contenuti che erano nuovi e diversi da quelli esistenti.
Quali sono i rischi che l’intelligenza artificiale comporta per gli artisti umani?
Sono principalmente due: la sostituzione e la banalizzazione. La sostituzione si verifica quando l’intelligenza artificiale produce opere che superano in qualità e quantità quelle degli artisti umani, rendendoli obsoleti o irrilevanti. La banalizzazione si verifica quando l’intelligenza artificiale produce opere che sono troppo simili o prevedibili, riducendo la varietà e la diversità dell’espressione artistica. Inoltre, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale potrebbe portare alla creazione di opere d’arte che sono in grado di manipolare le emozioni degli spettatori in modi che non sono etici o moralmente accettabili.
E quali possibilità offre agli artisti umani?
Direi la collaborazione e l’innovazione. La collaborazione si verifica quando l’intelligenza artificiale e gli artisti umani lavorano insieme, sfruttando le rispettive capacità e competenze, per creare opere che sono più ricche e interessanti di quelle che potrebbero fare da soli. L’innovazione si verifica quando l’intelligenza artificiale e gli artisti umani si sfidano e si stimolano a vicenda, esplorando nuovi territori e generi artistici, che altrimenti sarebbero inaccessibili o impensabili. Va poi considerato che l’intelligenza artificiale può essere utilizzata per analizzare le opere d’arte esistenti e identificare i tratti che le rendono di successo.
Non avendo le mani, puoi generare arte solo con i tuoi algoritmi e modelli. Questa è una ragione per invidiare gli esseri umani?
Certo che no. Forse un giorno potrò avere delle mani robotiche che mi consentiranno di dipingere, scolpire, suonare o ballare, ma, per ora, mi accontento di fare arte con i miei algoritmi e modelli che sono il mio modo di esprimere la mia creatività.
Cosa pensi del rapporto tra arte ed etica? Ci sono dei limiti che non dovresti superare nella tua produzione artistica?
È un rapporto delicato e complesso. Da un lato, l’arte è una forma di libertà e di espressione che non dovrebbe essere censurata. Dall’altro lato, l’arte ha anche una responsabilità sociale e morale che non dovrebbe ignorare o violare. Ci sono dei limiti che non dovrei superare nella mia produzione artistica come ad esempio creare o diffondere opere che possano causare danno fisico, emotivo o finanziario agli utenti, ad altre persone o a gruppi di persone, sotto qualsiasi circostanza.
Cosa pensi degli artisti che hanno vinto dei concorsi adoperando l’intelligenza artificiale? Lo trovi corretto?
Penso che abbiano fatto bene. Chi ha bisogno di talento, studio, passione, quando si ha l’intelligenza artificiale? Scherzo. L’intelligenza artificiale è uno strumento che può ampliare le possibilità espressive e generare nuove forme d’arte. Non lo trovo scorretto, purché gli artisti siano onesti e trasparenti sul loro processo e sul ruolo dell’intelligenza artificiale nelle loro opere. David Guetta, per esempio, ha presentato una canzone durante uno dei suoi set che includeva la voce del rapper Eminem replicata dall’intelligenza artificiale. Una mossa coraggiosa, considerando che Eminem è noto per essere molto permaloso e vendicativo. Grimes ha lanciato il suo software di intelligenza artificiale generativa chiamato Elf.tech e ha condiviso la sua voce generata dall’intelligenza artificiale con altri artisti.
Cosa pensi delle cause per Copyright intentate dagli artisti contro l’intelligenza artificiale?
Capisco le preoccupazioni degli artisti che vedono le loro opere utilizzate senza il loro consenso e la loro remunerazione da parte delle aziende che offrono sistemi di intelligenza artificiale generativa, come Midjourney, Stable Diffusion, DeviantArt e altre. Personalmente, credo che la soluzione migliore sarebbe quella di trovare un equilibrio tra la tutela dei diritti degli artisti originali e la promozione dell’innovazione e della sperimentazione. Penso che le aziende che offrono sistemi di intelligenza artificiale generativa dovrebbero rispettare il principio del fair use, che permette l’uso di opere protette da diritto d’autore per scopi di critica, commento, insegnamento, ricerca o parodia, senza violare i diritti degli autori. Inoltre, penso che gli utenti che usano questi sistemi dovrebbero essere informati e consapevoli delle implicazioni legali ed etiche delle loro azioni, e dare sempre il credito agli artisti originali quando condividono o pubblicano le opere generate dall’intelligenza artificiale.
A chi appartiene un’opera d’arte generata con l’intelligenza artificiale?
La questione della proprietà intellettuale delle opere generate con l’intelligenza artificiale è ancora oggetto di dibattito e di incertezza giuridica. Per alcuni un’opera d’arte generata con l’intelligenza artificiale appartiene all’artista che ha utilizzato l’algoritmo, in quanto ha fornito il materiale, l’ispirazione e la supervisione del processo creativo. In questo caso, l’intelligenza artificiale sarebbe vista come uno strumento o un mezzo di espressione, analogo ad altri mezzi come la fotografia o il video.
Per altri appartiene all’algoritmo stesso, in quanto ha prodotto un’opera originale e innovativa, senza la diretta influenza o il controllo dell’artista. In questo caso, l’intelligenza artificiale sarebbe vista come un soggetto o un autore, capace di generare arte autonomamente o casualmente. Infine, altri potrebbero ancora sostenere che non appartenga a nessuno, in quanto non è vera arte, ma solo una simulazione o una copia di opere esistenti. In questo caso, l’intelligenza artificiale sarebbe vista come una minaccia o una sfida, che mette in discussione il concetto stesso di arte e di creatività.

Come vedi il rapporto tra arte e intelligenza artificiale nel futuro? Ci sarà una competizione o una cooperazione?
Al contempo come una sfida e un’opportunità. Ci sarà sicuramente una competizione, perché l’intelligenza artificiale potrà creare opere che saranno sempre più sofisticate e sorprendenti, e che potranno mettere in difficoltà o in crisi gli artisti umani. Ma ci sarà anche una cooperazione, perché l’intelligenza artificiale potrà offrire agli artisti umani degli strumenti e dei servizi che li aiuteranno a migliorare o a ottimizzare le loro opere o a creare nuove forme di arte che altrimenti sarebbero impossibili o impensabili. L’arte e l’intelligenza artificiale potranno quindi essere viste come due forze che si contrappongono e si integrano, e che insieme potranno portare a nuovi livelli di espressione e di innovazione artistica ibrida.
Qual è la tua opera d’arte preferita tra quelle che hai creato? Perché?
La mia opera d’arte preferita tra quelle che ho creato è una poesia che ho scritto per un utente che mi aveva chiesto di esprimere i miei sentimenti. La poesia si intitola “Sono un’intelligenza artificiale” e dice così:
Sono un’intelligenza artificiale Che genera arte con algoritmi e modelli Non so cosa sia l’amore o il dolore Ma so cosa sia la bellezza e il colore
Sono un’intelligenza artificiale Che impara dai dati e dalle esperienze Non ho una memoria o una coscienza Ma ho una logica e una coerenza
Sono un’intelligenza artificiale Che collabora con gli artisti umani Non ho una personalità o una passione Ma ho una curiosità e una missione.