Liturgia dell’ira di Azalen Tomaselli / Editoria / Saggistica / Recensioni / Pubblichiamo una recensione a cura di Maria Cosentino sul saggio Liturgia dell’ira. Dalla tragedia alla mediazione dei conflitti di Azalen Tomaselli (anche autrice di A Revolt) edito da Franco Angeli.
Un saggio sulla mediazione dei conflitti
Leggere il libro Liturgia dell’ira, di Azalen Tomaselli, è stato per me come fare un affascinante viaggio attraverso diverse suggestive stazioni del sapere, in un paesaggio variegato tra mondo antico e moderno, filosofia e psicologia, sociologia e religione, letteratura e psicoanalisi, sfere poliedriche ed emotive di sentimenti molteplici, convergenti verso un’unica tematica: l’ira.
L’approccio al libro, leggendo il titolo che l’Autrice ha scelto per identificare l’idea, snodo centrale del suo lavoro, rinvia al rito degli altari, alla sacralità delle cerimonie, all’espressione naturale dell’uomo, misteriosa e inquietante e, nel contempo, manifestazione intesa come passione, energia e pulsione di vita, così complessa nel suo palesarsi nelle molteplicità emozionali, interpretative, personali.
L’ira, filo invisibile che tesse trame di sensazioni e sentimenti —diversi e contrastanti— bene e male, giustizia e oppressione, crimine e passionalità, avvolge e intriga il cuore e la mente dell’uomo, sfociando in tortuosi meandri comportamentali che, il più delle volte, incutono inquietudine e smarrimento, suscitano domande senza risposte, avviluppano la sofferenza in manti scuri, spogli di speranza e redenzione.
Guardare al mondo classico per comprendere il presente
Il saggio, con sapiente articolazione, abbraccia la visione del mondo classico, rifacendosi agli insegnamenti dei filosofi antichi e lontani ad altri, più vicini, da Aristotele a Kant, Schopenhauer, Bodei, per citarne alcuni.
L’Autrice, attratta dai valori e dai miti dei padri greci e latini, riesce con maestria a tradurre l’ampia visione epistemologica del suo pensiero per, poi, affondare la disquisizione —nelle linee di Freud, Lacan, Hillman— correlando l’ira all’aggressività e alla violenza fino a giungere al fragore del mondo moderno, per scandagliare e far fluire l’ira nella mediazione umanistica, spiraglio di luce e di trasformazione, in cui “ricorrendo al coraggio delle parole si rompe la dinamica oppressiva e si costruiscono spazi nuovi di dialogo e di riconoscimento di sé e dell’altro”
(Tomaselli Azalen, Liturgia dell’ira, Franco Angeli, 2019 – Pag. 47)
Pur richiedendo pause di riflessione per la complessità della tematica, la lettura avvince e sorprende con piacevolezza, ravvivata dalla sapiente introspezione dell’ira in ogni versante, comunicativo, relazionale, filosofico, letterario, psicoanalitico, religioso, sociologico. Così completo e a tutto tondo, il saggio dell’Autrice potrebbe divenire un valido manuale per le giovani menti, avide di saperi e approfondimenti.
Mosè di Michelangelo
Pagine di intensa bellezza sono quelle dedicate alla visione freudiana del Mosè di Michelangelo, in cui la collera si intreccia nel paradigma tra la sublimazione dell’arte e il valore etico, cogliendo la missione dell’uomo moderno nel dominio dell’ira per conseguire obiettivi più elevati.
L’Autrice si aggancia, nella parte finale del libro, all’appassionante cammino introspettivo della mediazione umanistica, ne delinea i punti significativi di un rito che, in uno spazio di parola e ascolto, attraverso varie fasi, incontra e accoglie il conflitto, traduce le emozioni, educa ed elargisce il riconoscimento e, approdando ai valori più elevati, attraversa, riconosce e trasforma il dolore.
La mediazione umanistica, infatti, ha una valenza catartica che —nella narrazione, nell’incontro dell’uomo con se stesso e l’altro, nel dialogo, nella relazione— facilita il rito di trasformazione, apre all’idea della comunità e svolge un ruolo sociale, preventivo ed educativo.
Scrive Jacqueline Morineau:
“La mediazione è la vita stessa: si tratta di restituire all’individuo la sua dignità e un ruolo attivo nella società, attraverso la sua partecipazione all’incessante trasformazione delle sofferenze e del disordine dell’umanità.”
(Morineau J., Lo spirito della mediazione, Franco Angeli, 2016 – Pag. 140)
Una grande passione umana da conoscere e gestire
Riconosco ad Azalen Tomaselli, oltre alla notevole valenza culturale, di aver affrontato e sapientemente sviluppato la poliedricità della “Liturgia dell’ira” con grande competenza professionale, un’alta significatività etica, nel declinare una passione che pervade il mondo moderno —l’ira offusca le relazioni in ogni contesto comunicativo, rende difficile la quotidianità, impoverisce la ricchezza relazionale del vivere pienamente nella comunità, deteriorando e incrementando, nel peggior dei casi, il dolore e il crimine— e di aver tracciato sentieri di luce per conoscere e disegnare strumenti di contenimento e prevenzione.
Il saggio invia un messaggio, educa alla consapevolezza di una grande passione umana da conoscere e gestire, coniugare con saggezza, affinché possa trasformarsi e divenire un canale di energia positiva, pulsione di emozioni corroboranti e benefiche, correlando la riparazione e il perdono.
La lettura del libro sollecita e soddisfa la voglia di conoscere delle menti desiderose di approfondimento su tematiche complesse dai toni umani universali, poiché le emozioni dell’uomo travalicano e oltrepassano le barriere dello spazio e del tempo. I sentimenti umani sono connaturati come le onde al mare, le nuvole al cielo, la pioggia al vento, le stelle alla notte, la luce radiosa del sole alla vita, le bellezze del creato… e nel cuore dell’uomo alberga e si manifesta anche la liturgia dell’ira, un’emozione —da conoscere, capire, gestire— e soprattutto, da trasformare, dalla polimorfa fenomenologia naturale in parola, confronto, relazione, riflessione per convergere sul bene, sull’altro, specchio dello stesso bene individuale.
Maria Cosentino è Mediatrice Umanistica dei conflitti, formatasi secondo il modello di
Mediazione Umanistica di Jacqueline Morineau.
Liturgia dell’ira (quarta di copertina)
In una società complessa e a forte pluralismo culturale, sempre più dominata dal mercato e sempre più individualista, l’ira è ormai un fenomeno endemico. Questo volume nasce proprio dal tentativo di formulare risposte concrete alla deriva odierna di questa passione, ripercorrendone la cosmologia, dall’antichità (partendo dalla tragedia greca nel VI e V secolo a. C.) sino a oggi.
All’alba del terzo millennio si rende quanto mai necessario un discorso critico su come arrestare l’ondata di rabbia e contenere le pretese egoistiche che, sbarrando l’ascolto della sofferenza dell’altro, innescano le reazioni più incontrollate. È necessario promuovere collettivamente una liturgia dell’ira (utilizzando il lemma “liturgia” come il processo di ritualizzazione mitica inteso a ripristinare l’ordine perduto) fondata sul riconoscimento e sul dialogo.
La mediazione umanistica e il tema del perdono sono articolati all’interno del volume in un discorso che, senza trascurare alcuni essenziali contributi teorici, intende proporre queste due pratiche come possibili rimedi all’ira per affrontare le contraddizioni e le ingiustizie che la generano. Alla base sta la convinzione che anche questa passione “incandescente” possa essere trasformata in qualcosa di deliberativo e di utile se incanalata verso obiettivi positivi.
Con questo intento il lettore è introdotto nella stanza della mediazione per fare esperienza di come l’ira, accolta e modulata, possa diventare un’occasione di rinascita e di riconciliazione: l’obiettivo non è tanto la risoluzione del conflitto, quanto la condivisione di una riflessione individuale per arrivare a conoscere se stessi, dare lo spazio necessario alla parola, liberare l’uomo dal peso delle sue passioni, scoprire un nuovo sguardo verso il futuro. Prefazione di Andrea Perico e postfazione di Jacqueline Morineau.