A/EDITORIA / Progetti Editoriali / Rassegna: Ædicola / E IL TOPO
Focus / Rivista d’arte / Arte contemporanea e cultura visiva
Formato / Cartaceo
Periodicità / Variabile
Editore / N/A Rivista clandestina
In attività dal / 1992-2024 attualmente in letargo per cinquant’anni.
Descrizione / E IL TOPO La rivista “E IL TOPO” rivela la sua essenza e modalità operativa già dal nome. Inizia con una congiunzione, suggerendo l’esistenza di qualcosa o qualcuno che la precede.
L’immagine del topo, un animale astuto, veloce e piccolo, completa l’immagine della rivista. Il topo è noto per la sua tendenza a rimanere nascosto e a scomparire nell’ombra. Questo crea uno spazio su carta dedicato allo scambio e all’interazione tra gli artisti, operante in maniera sorprendente e clandestina.
Nata nel 1992 a Napoli da un’idea di Gabriele di Matteo, Piero Gatto, Franco Silvestro e Vedovamazzei, la rivista viene stampata in bianco e nero su carta riciclata. Ogni numero accoglie progetti inediti di giovani artisti italiani e internazionali, tra cui Stefano Arienti, Maurizio Cattelan, Mark Dion e Dominique Gonzalez-Foerster. La sua “insolita strategia editoriale” fa dell’ironia e del détournement la sua cifra distintiva. Dopo la pubblicazione di undici numeri, sembra che l’esperienza della rivista sia conclusa nel 1996. Tuttavia, nel 2010, l’artista Francesco Fossati, all’epoca studente all’Accademia di Brera, la rilancia all’insaputa della storica redazione, utilizzando “E IL TOPO” come piattaforma per presentare un progetto di ricerca sugli artist run spaces. Da qui si sviluppa un confronto intergenerazionale con un nuovo gruppo di lavoro che porta alla “rinascita” della rivista stessa.
𝗘 𝗜𝗟 𝗧𝗢𝗣𝗢 𝟭𝟵𝟵𝟮 – 𝟮𝟬𝟳𝟰 / 𝘿’𝙖𝙡𝙩𝙧𝙤𝙣𝙙𝙚 𝙨𝙤𝙣𝙤 𝙨𝙚𝙢𝙥𝙧𝙚 𝙜𝙡𝙞 𝙖𝙡𝙩𝙧𝙞 𝙘𝙝𝙚 𝙢𝙤𝙧𝙞𝙧𝙚𝙢𝙤
La rivista si prenderà una pausa di riflessione di cinquant’anni. Domenica 24 marzo 2024 E IL Topo ha celebrato l’inizio del suo lungo letargo con una performance che ha visto coinvolti topisti da tutta Europa.
«Una nuova rinascita? una sfida Topista al tempo? forse… d’altronde partendo sempre con il piede sinistro e anticipando la realtà aumentata per concentrarsi sulla realtà diminuita, E IL TOPO ha sempre provato a dare scacco al tempo. Questa volta però il tempo si muove nella sua/nostra realtà lineare e non concede nulla della sua realtà fisica e metafisica.»
Armando della Vittoria