ART SPACE / Milano / Distretto: Certosa – Quarto Oggiaro / Mappatura / OPOS Milano
Tipologia / Centro d’arte
Focus / Arti visive e arti performative
Attività / Mostre, eventi
Spazi / Sala espositiva
In attività dal / 1990
Indirizzo / Via Ermenegildo Cantoni, 3, 20156 Milano MI
My Maps / Milano / Art Space di Ɐ Revolt Magazine
Descrizione / OPOS Milano
Nel cuore di un edificio ex industriale, un’ex-fabbrica di elettro-morsetterie riportata alla vita, nel 1990, Alberto Zanone ha fondato Opos. Il visionario e custode di questa fucina, ha aperto le porte a una dimensione plurale, dove la condivisione e la partecipazione sono monete di scambio.
Oltre al cemento e alle travi d’acciaio, Opos è un luogo metafisico. Le idee danzano nell’aria, invisibili ma tangibili. Qui, l’astrazione si fonde con la concretezza, e gli anticonformismi eccentrici trovano rifugio. Le tendenze della società sono come foglie portate via dal vento; Opos si proietta in una dimensione senza tempo, dove il presente e il passato si sfiorano.
Nelle sue stanze, le associazioni si formano come stelle cadenti. Cortocircuiti di pensieri si accendono, e sentieri non prevedibili si aprono davanti a chiunque abbia il coraggio di seguirli. La libertà di creare è sacra qui, e i flussi di pensieri scorrono come fiumi impetuosi. Opos non è solo un luogo, ma una comunità di anime affini. Persone che hanno attraversato queste porte, che hanno lasciato un’impronta nel tessuto stesso dell’edificio.
SegretOPOS /
Una volta al mese, un centinaio di persone ricevono l’accesso a un palinsesto di proposte curate con cura. Alberto Zanone, con la sua ventennale esperienza nel design, apre le porte del suo “vecchio” showroom industriale per i nuovi incontri di SegretOPOS.
La promessa è intrigante: chi è invitato non sa nulla sull’evento che andrà a vedere. È come un viaggio nell’ignoto, un’esperienza che si dipana senza pregiudizi o aspettative. Le pareti dell’allestimento nascondono segreti, e solo quando il mese successivo l’apertura avviene al pubblico, il velo si solleva. Le opere d’arte, le installazioni, le performance – tutto prende vita, e via così.
La prima proposta è stata Le solite scritte di Giulio Alvigini (Tortona, 1995). “Sono in effetti le solite scritte che vedete su Instagram, però più grandi! Ho colto l’occasione di una personale, anche con il favore dell’ignoto: c’è chi sapendo che c’ero io non sarebbe venuto…”, racconta Alvigini, che gestisce il profilo Instagram @makeitalianartgreatagain