Phoebe Zeitgeist / Arti Performative / Teatro / È un collettivo transdisciplinareche che ha come tratto distintivo la ricerca di un dialogo costante con i vari ambiti delle arti e della cultura. Attivo da quasi vent’anni, il gruppo è un riferimento per la scena del teatro più sperimentale e trasgressivo (nel senso etimologico di: «andare oltre»), con un immaginario —divenuto marchio di fabbrica, a mezza via tra il gender-bending di Prince e gli scenari di fantascienza distopica— che si richiama all’estetica camp, post-punk, pop e queer.
Negli anni, Phoebe Zeitgeist ha calcato numerosi palcoscenici, tra i quali l’Elfo, il Parenti, l’Out Off e si è esibito in spazi extra teatrali come la Fondazione Feltrinelli, Miart, il PAC o il 15th Symposium of the International Brecht Society / Recycling Brecht, presso il St.Hugh’s College di Oxford. Presto debutterà anche al Piccolo Teatro con La vita sognata. Diorama Chiaravalle.
Realtà meticcia, impossibile da incasellare, non è composta da bon penseur da salotto, né da punk sboccati dei centri sociali, ma da un’insolita ibridazione delle due categorie. Se proprio lo si vuole definire, lo si può fare dando risalto alla sua costante ricerca: un fitto confronto teorico che sin dalla sua nascita coinvolge un’eterogenea comunità di artisti, filosofi, ricercatori, musicisti, bidelli, impiegati del catasto, cuochi e cassintegrati. Una ‘polis’, secondo la definizione che essa si è dato, solito riunirsi in convivi, caratterizzati da una maieutica anarchica, da una libertaria speculazione del pensiero e dove si sorseggia del buon vino.
Il nome della compagnia origina dalla vampira-alieno, protagonista dell’opera di Fassbinder Sangue sul collo del gatto del 1971 (che a sua volta cita un sexy comic di Michael O’Donoghue degli anni ‘60 pubblicato su Evergreen Review). Nella pièce, Phoebe visita il nostro pianeta per studiare gli esseri umani e la democrazia, un pretesto per muovere un’aspra critica alla società contemporanea, ma anche per affrontare una riflessione sul linguaggio. L’extraterrestre, infatti, apprende la nostra lingua senza comprendere a fondo i significati delle parole, e la adopera conferendo senso e intenzioni inedite. Proprio in questo gioco di ambiguità testuale/semantica va riconosciuto uno dei tratti distintivi della compagnia.
Oltre a Fassbinder, nume tutelare di PZ, questo gruppo piratesco spazia con disinvoltura tra autori del calibro di Copi, Mishima, Pasolini e Ballard. La selezione procede per affinità elettiva, si interessa in particolare a tutti quegli artisti, che —a dispetto dei loro meriti— sono stati ostracizzati, non compresi o, peggio, snobbati. Spesso vite stroncate dall’overdose, dall’Aids, dal suicidio o indotte a una morte sacrificale.
E non è un caso se il teatro di PZ si muove a partire dalle teorizzazioni di Antonin Artaud, figura archetipica dell’artista maledetto, come testimoniano le foto che lo ritraggono. Il suo sguardo pieno di spregiudicatezza quando interpretava Marat nel Napoleon di Abel Gance, non molti anni più tardi era già offuscato da una tristezza smisurata. Il prezzo di vivere sempre a ridosso del limite, oltre che di essere internati in manicomio, quando la tortura si confonde con la terapia.
Artaud, nel tentativo di contenere «la tirannia della scrittura», ha affermato che il teatro è una battaglia fra corpo e linguaggio. La poetica di Phoebe Zeitgeist è imbevuta proprio di questo insopprimibile conflitto.
Phoebe Zeitgeist debutta al Piccolo Teatro /
Le istituzioni culturali di rado valorizzano le piccole realtà impegnate nel teatro di ricerca. Persino Teatro Triennale, da sempre sensibile alle ibridazioni di genere e alle sperimentazioni di linguaggio, porta in scena artisti già affermati. Negli ultimi anni, però, i grandi poli dell’arte stanno allargando le loro maglie, accogliendo compagnie che proprio in virtù della loro indipendenza godono di una maggiore libertà espressiva.
È il caso, fra gli altri, proprio di Phoebe Zeitgeist che quest’anno debutterà al Piccolo il 12 e il 15 settembre. Andrà in scena con La vita sognata. Diorama Chiaravalle al Teatro Studio Melato.
La vita sognata. Diorama Chiaravalle /
Phoebe Zeitgeist è stata selezionata per partecipare alla residenza artistica Indagine Milano, un’iniziativa promossa da mare culturale urbano e Piccolo Teatro in collaborazione con MiX Festival Internazionale di Cinema LGBTQ+ e Cultura Queer. La compagnia per condurre questa ricerca si è associata con Terzo Paesaggio e ha deciso di fare base al Padiglione Chiaravalle. Hanno sostenuto il progetto anche Soulfood Forestfarms, Forno Forte Forte e Branco – Equitazione Naturale.
Indagine Milano è il fulcro del Festival IMMERSIONI 2024: «una mappatura artistica della città con un focus specifico su quattro dei suoi quartieri meno centrali, una vera e propria immersione a contatto con le persone e le loro storie, con l’obiettivo di restituire quattro studi performativi che compongano uno sguardo eterogeneo e multiforme sulla Milano contemporanea».
Dopo mesi trascorsi all’ombra dell’abazia fondata da Bernard de Fontaine, tra le rogge del Parco Agricolo Sud, mesi dedicati alla ricerca, alle prove e soprattutto agli incontri, Phoebe Zeitgeist si appresta a presentare gli esiti del suo studio performativo: La vita sognata. Diorama Chiaravalle, «un racconto a più dimensioni dove convergono in scena diversi elementi: performativi, visuali, sonori, e stand up dramedy. Convergono il suono elettronico, elettroacustico, melodico, polifonico, celestiale. Convergono pratiche del fare e del saper fare, l’artistico e l’artigianale, il cibo per la mente e quello per il ventre, in un unico grande ‘dispositivo di festa performativa’, obliqua e contaminata. E convergono in scena parole di epoche distanti, tutte rilevate, generate, correlate a Chiaravalle. Parole trovate lungo il percorso, liriche poetiche, vedute mistiche, cronache infernali.
Quello che determina il diorama, ciò che unisce e identifica, è il femminile. Una rete di donne e di storie, tragiche e celesti, l’una che rimanda all’altra, che hanno in comune la terra di Chiaravalle come luogo di conciliazione, risorsa, ristoro, giaciglio, talvolta l’ultimo. Chiaravalle diviene metafora di un approccio meditativo e intellettuale alla vita, non disgiunto però da una forte connessione con la materia, con la terra, con il corpo. E da una costante spinta all’autodeterminazione, che costa la vita.
Al centro dei discorsi: la rigenerazione, la riqualifica di luoghi e rapporti, il ritrovamento dei saperi e delle verità necessarie, il ciclo e il riciclo dei tempi. La ricerca suggerisce a chi ascolta un’altra possibile Milano: non da reinventare, perché già tracciata e presente nella storia millenaria della città, non da contrapporre alla presente ma da collegare, da riconnettere, come è già avvenuto e segretamente avviene ancora».
12 settembre ore 22.00 / Teatro Studio Melato
15 settembre ore 20.00 / Teatro Studio Melato
29 settembre ore 18.30 / MiX Festival di Cinema LGBTQ+ e Cultura Queer
Regia Giuseppe Isgrò
Cura del progetto Marta Bertani, Andrea Perini, Egidio Giurdanella / terzo paesaggio
Drammaturgia Francesca Marianna Consonni
Con Francesca Frigoli
Architettura del suono e live performance Shari DeLorian
Performer Giulia Dalle Rive, Giulia J. Beretta, Danilo Vuolo, Manfredi Isgrò
Visuals Luca Intermite
Costumi Danilo Vuolo
Assistente alla regia Giulia Dalle Rive
Pane Denise Di Summa / Forno Forte Forte
Uova Alessandro di Donna / Soulfood Forestfarms
Phoebe Zeitgeist torna all’Elfo con Love-Lies-Bleeding /
E dopo il Piccolo Phoebe Zeitgeist torna anche al Teatro Elfo Puccini. Dall’11 al 16 marzo andrà in scena Love-Lies-Bleeding di Don DeLillo per la regia Giuseppe Isgrò e con Francesca Frigoli, Daniele Fedeli e Liliana Benini. Commedia crudele e scontro etico fino al precipizio. Il tema del suicidio assistito mostra i suoi lati più impietosi, arbitrari e scabrosi. I personaggi dibattono attorno alla qualità minima della vita, alle volontà imperscrutabili di un corpo inerte e per questo, forse, ostile.