Teatro della Contraddizione / Compagnia teatrale / La contraddizione è vita

Teatro della ContraddizioneArti Performative / Teatro /

«Mi contraddico? Ebbene sì, mi contraddico. Sono vasto, contengo moltitudini». Con queste parole il poeta americano Walt Whitman assolveva la contraddizione dall’accusa di fallacia e incongruenza logica legittimando l’apertura e la coalescenza di molteplici mondi e dimensioni. Ed è lo stesso dispositivo mentale, plurale e controverso, a indirizzare un gruppo che costituisce un avamposto nel panorama milanese. Mi riferisco al Teatro della Contraddizione.

       

Teatro della Contraddizione / Bartleby / Alessandro Saletta
Teatro della Contraddizione / Bartleby / ph. Alessandro Saletta

È proprio Marco Maria Linzi (regista e tra i fondatori della compagnia) a dirlo, sottolineando di avere scelto come segnavia per il suo teatro un valore culturale, sorprendendosi del fatto che nessuno ci abbia pensato prima. Nel contraddirsi, «nel fare tesi e antitesi senza sintesi» –chiosa– si annida e si concentra tutto ciò che è vitale. Contraddirsi è anche riconoscere l’inattualità del proprio teatro, esente da preoccupazioni per mode, temi e linguaggi correnti, senza che questi vengano ignorati, anzi, affrontandoli dialetticamente.

L’originalità di questa cifra, non solo estetica, ma ontologica, risiede in una pratica non dettata da anticonformismo tout court, ma dalla ricerca di un’approssimazione alla verità. Un’istanza articolata soprattutto nel modo inedito di impostare il lavoro con l’attore, senza postulati registici, senza una linea prefigurata o a senso unico. Forse questa, ma non solo, è una delle tante ragioni per cui la Compagnia è una delle realtà più longeve nello scenario meneghino.

Storia /

Si costituisce, infatti, nel ‘92, grazie al sodalizio artistico stretto tra il regista Marco Maria Linzi (Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi) e le attrici Sabrina Faroldi (Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi) e Micaela Brignone (Scuola d’Arte del Teatro della Contraddizione). Questo nucleo centrale si amplia in seguito avvalendosi di collaborazioni esterne, anche di respiro internazionale e degli allievi più dotati della scuola. Dal ‘93 ad oggi conta 22 allestimenti.

Per il Teatro della Contraddizione, sia come realtà produttiva sia di ospitalità, l’innovazione dei linguaggi dell’arte, delle relazioni con il pubblico, la costante ricerca di una nuova drammaturgia contemporanea, sono strumenti necessari per intercettare l’essere umano in continua trasformazione, per mettersi al suo fianco e affrontare il comune spaesamento.

Teatro della Contraddizione / Così è (se vi pare) di Pirandello
Teatro della Contraddizione / Pirandello (se vi pare)

Dai suoi esordi a oggi, la Contraddizione ha vissuto un lento percorso di trasformazione che va dalla ricerca di una propria voce artistica, alla necessità che questa voce possa interagire con il mondo. Per rispondere a questa esigenza, nel 2000 nasce la Stagione Sperimentale Europea.

«Nel teatro che vedevo in Italia, per me mancava sempre un’urgenza», spiega Linzi: «Sono andato a questo festival a Bistrita, oltre la Transilvania, dove ho incontrato un teatro che quell’urgenza l’aveva, per una ragione concreta, perché in quel periodo veniva bombardato dalla NATO». Il riferimento è alla compagnia Ister Teatar di Belgrado che Teatro della Contraddizione decide di invitare a Milano.

Sono ospitati spettacoli di primo piano che spesso non trovavano spazio su palcoscenici cittadini istituzionali. Una galleria di artisti come Linda Marlowe, musa di Steven Berkoff, e Julyen Hamilton e di compagnie come i The Urban Playground di Brighton, il Secret Life Theatre di Londra, calca le scene.

Ma non manca l’attenzione per le compagnie italiane, come Astorri/Tintinelli, o più recentemente, i Dimitri/Canessa o i Phoebe Zeitgeist (QUI puoi leggere un’intervista del regista di PZ Giuseppe Isgrò), che possono sperimentare i propri lavori più personali nella sede di via della Braida e sviluppare la propria identità espressiva, senza conformarsi a ciò che nel mercato ha un riscontro immediato.

Nel 2021, in collaborazione con Il Filo di Paglia, nasce In Controdanza, diretta da Marco Maria Linzi e Maria Carpaneto. Frutto dell’incontro tra teatro e danza crea un rapporto con l’Altro e una relazione tra lingue dell’arte. Da questa rassegna scaturisce una collaborazione con Julyen Hamilton, artista di fama mondiale ed esponente di spicco della sperimentazione, basata sull’improvvisazione.

Teatro della Contraddizione / Weiss / Modestino Tozzi
Teatro della Contraddizione / Weiss Weiss / ph. Modestino Tozzi

Gli spettacoli della Contraddizione sono il territorio in cui si sviluppano nuove metodologie di ricerca, frutto di una lunga gestazione temporale che non è quasi più rintracciabile nemmeno nelle grandi produzioni. Ogni nuova creazione cerca di sfuggire al “già sperimentato” nel tentativo di aprire visioni che generino risposte personali.

Nel 2009, va in scena Die Privilergierten. La città ideale, che ottiene il Premio Milano per il teatro essendo giudicato da una giuria popolare: «Miglior spettacolo dell’anno a Milano».

Nella Stagione 23/24 debutta al Teatro Litta e poi al Lac di Lugano, Miss Bartleby. Non è tempo di essere. Per la prima volta uno spettacolo della compagnia è co-prodotto da una realtà del territorio e da una realtà internazionale.

Poetica /

Trent’anni di storia teatrale danno vita a decine di spettacoli, tra cui (in ordine sparso): Danton, la mort di G. Büchner, Edoardo Il, Miss Bartleby. Non è tempo di essere, Weiss Weiss. L’essere del non essere, The White Negro, Café Berlin, La Variabile K, e il già citato Die Privilegierten – La città ideale. Spettacoli plasmati da una poetica innovativa tesa a scardinare le logiche comuni e a includere lo spettatore in modo da fargli vivere un’esperienza di mondi possibili, dove il riconoscibile e l’inaspettato fanno corto circuito. Essenziale per la resa scenica è la preparazione fisico-vocale e la gestualità non quotidiana dell’attore, modulate e finalizzate alla creazione di un linguaggio specifico per ogni singolo interprete, ma comune a tutti.

L’obiettivo è la creazione di un universo altro, dove i personaggi hanno bisogno «di essere tutti artificiali, eppure molto più reali di un qualsiasi commediante. È come se con la menzogna togliessi di mezzo la falsa verità in superficie, per mostrare quello che accade dentro di loro (…) partendo dall’azione, dal corpo», spiega il regista. L’universo sotterraneo del personaggio, le sue pulsioni più segrete traggono così linfa da una rappresentazione che de-costruisce la realtà, svelando la tensione/polarità fra concetto e allucinazione. A questo proposito è sempre Marco Maria Linzi a definire la sua poetica: «…ho sempre paura di cadere in uno solo di questi due elementi. Ma visto che ho la tendenza a spostarmi più verso l’allucinazione, mi sono assunto la responsabilità di esplicitare il mistero». Un’indagine che scandaglia sempre nuove contraddizioni, in un processo infinito.

Teatro della Contraddizione / Café Berlin ph. Daniela Franco
Teatro della Contraddizione / Café Berlin / ph. Daniela Franco
Scuola D’Arte Teatrale Teatro della Contraddizione /

La formazione è parte integrante e strutturale del processo creativo della compagnia, è il territorio più fertile per fare ricerca e per formare e accogliere nuovi possibili attori. Il primo centro del lavoro si articola intorno a percorsi specifici che portino l’allievo alla consapevolezza e all’accettazione globale di sé; con questa attitudine, nel momento in cui viene chiesto di incarnare la molteplicità delle proprie direzioni, emergono e si attivano insoliti canali di espressione e si apre uno spazio di crescita importante: abbandonando i pregiudizi circa la propria identità, il corpo esplora nuove dinamiche, la tavolozza timbrica si arricchisce di toni e sfumature perduti.

La gamma espressiva si amplia includendo e giocando anche le zone più sotterranee del proprio sé che rendono tridimensionale e peculiare il carattere psicofisico che si sta via via manifestando. Questo approccio è un ponte necessario per poter imparare ad abitare i personaggi di un testo teatrale e richiede attori non professionisti o attori disposti ad avventurarsi in metodologie “altre”.

ExPolis e i formati d’arte /

In parallelo alla stagione e alla Scuola, Teatro della Contraddizione ha curato numerosi eventi collaterali. Il più significativo, avviato nel 2011, è certamente il Festival ExPolis che si compone di workshop, spettacoli teatrali, performance, mostre, tavole rotonde. Le numerose iniziative si tengono a Milano, presso le diverse realtà ospitanti. Fulcro del Festival è la Camminata alchemica, un’occasione di percorrere insieme la città alla scoperta degli spazi e degli artisti che li abitano temporaneamente. Un modo di creare comunità, sentendosi parte di una polis.

Dal 2013 col sostegno di Fondazione Cariplo, Teatro della Contraddizione ha inoltre realizzato i cosiddetti formati d’arte: eventi culturali ibridi e multilinguistici dove il confine tra arte e relazione, tra spettacolo ed esperienza si perde, si sposta, si ridefinisce. È il caso di Milano Calling che ha portato a Milano gruppi musicali dell’underground londinese. Di giorno lo Psicomarket, un mercato attraversato da incursioni artistiche e palco aperto; di sera il Contraddizione Club, un concerto attraversato da desideri.

Un altro formato è quello della Balerhaus: una balera popolare giocata con gli strumenti dell’arte. Ballo liscio, danza contemporanea e teatro di ricerca si incrociano, percorrendo il confine tra il mondo perduto della balera e la contemporaneità; valorizzando il suo carattere naïf, che, in una forma buffa e poetica, è in grado di parlare trasversalmente con le diverse generazioni che partecipano alla serata, rimettendo in moto il contatto tra i corpi “estranei.”

Teatro della Contraddizione / Pelléas e Mélisande
Teatro della Contraddizione / Allemonde ’67
La contraddizione è vita /

Accogliere la contraddizione, per Brignone, Faroldi e Linzi rappresenta la strada maestra alla comprensione della complessità del mondo. O, forse, alla consapevolezza che questa comprensione non può spingersi oltre certi limiti. In un brano tratto da La pesanteur et la grâce (in italiano L’ombra e la grazia), la filosofa Simone Weil scrive: «Siccome siamo creature siamo contraddizione; perché siamo Dio e, al tempo stesso, infinitamente altro da Dio. Solo la contraddizione prova che non siamo tutto. La contraddizione è la nostra miseria; e il sentimento della nostra miseria è il sentimento della realtà. Perché, la nostra miseria, noi non ce la fabbrichiamo. È reale. Per questo bisogna amarla. Tutto il resto è immaginario».

Teatro della Contraddizione / King Edward
Teatro della Contraddizione / King Edward II

Mi piace chiudere questa breve presentazione del Teatro della Contraddizione con il lemma tratto dal dizionario enciclopedico Treccani:

Contraddizióne s. f. [dal lat. contradictio -onis, der. di contradicere «contraddire»]. – 1. a. Il contraddire, il contraddirsi: cadere in c.; cogliere in c.; spirito di c., tendenza abituale e ostinata a contraddire, senza motivo apparente, ciò che altri afferma (o anche ad opporsi, sistematicamente, a ciò che altri vuole o propone). b. Rapporto di opposizione tra due affermazioni, due giudizi, due fatti, per cui uno esclude l’altro o è comunque con l’altro in contrasto.

* Le citazioni di Marco Maria Linzi sono tratte dal libro-intervista Dialogo in opposizione di Diego Vincenti

Simon Gusman
Simon Gusman
Viaggiatore compulsivo. Per molti anni ha vissuto in Chiapas dove ha conosciuto il Subcomandante Marcos. Al momento vive a Granada.

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